Solitudine e incomunicabilità


(Da Il senso religioso di Don Luigi Giussani, cap.8 paragrafo 2)

Solitudine. L’incomunicabilità come difficoltà di dialogo e comunicazione rende a sua volta più tragica la solitudine che l’uomo prova di fronte al proprio destino. Di fronte al destino come assenza di significato l’uomo prova una solitudine terribile. La solitudine infatti non è es sere da solo, ma è l’assenza di un significato. Si può essere in mezzo a milioni di persone ed essere soli come cani, se non hanno significato quelle presenze.

Inversamente, quando uno ha coscienza del motivo adeguato per cui è con gli altri, anche se tutti fossero distratti o incomprensivi, non sarebbe affatto solo.

L’incomunicabilità aumenta il senso tragico di solitudine che l’uomo moderno e contemporaneo ha di fronte al destino senza significato.

Ma l’incomunicabilità, oltre che esasperare questa solitudine personale, le dà un rilievo esterno, per cui essa diventa clima sociale esasperante, volto tristemente caratteristico della società di oggi.

La vecchiaia a vent’anni e anche prima, la vecchiaia a quindici anni, questa è la caratteristica del mondo d’oggi. …

In tale situazione l’individuo si trova sempre più vulnerabile dentro il tessuto sociale. È l’esito più pericoloso della solitudine.

E’ la disintegrazione.


 

La società di oggi, un reportage sulla solitudine nella nostra società.

Consiglio la visione in parti particolare di alcuni spezzoni, fino al minuto 26, poi da 26 a 48.

 

https://www.raiplay.it/video/2024/10/Lera-della-solitudine—PresaDiretta—Puntata-del-20102024-a7643fac-b4ea-4b14-8949-6dc6bcb42892.html

Il grande nome di Teilhard de Chardin ci sovviene con questa affermazione tremenda: «Il pericolo maggiore che possa temere l’umanità oggi non è una catastrofe che venga dal di fuori, una catastrofe stellare, non è né la fame, né la peste; è invece quella malattia spirituale, la più terribile perché il più direttamente umano tra i flagelli, che è la perdita del gusto di vivere».

(Da Il senso religioso di Don Luigi Giussani, cap.8 paragrafo 2)

Abbiamo bisogno di relazioni ma soprattutto abbiamo bisogno di un gusto del vivere, di qualcosa che dia gusto alla vita, alla vita tutta non semplicemente a momenti della vita.

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